Advisory Board
Un tavolo di lavoro sempre aperto con i leader di settore su sfide e innovazioni in ambito Tech
Durante tutto l’anno incontriamo in piccoli gruppi di lavoro Top Manager, Esperti e Leader di mercato e dalla condivisione delle loro esperienze aziendali e della loro vision, definiamo le tematiche più significative e all’avanguardia da proporti
I membri dell’Advisory Board di Go Beyond
🎤 I commenti post Advisory
“In merito alla IA Generative, la sfida per chi svolge funzioni di CIO è multipla. E’ necessario individuare insieme alle funzioni di business i processi o sottoprocessi per i quali l’IA può concretamente portare valore aggiunto, sfatando nel contempo quell’alone di magia che, grazie anche alla disinformazione a volte veicolata dai media, sembra rendere il processo di inserimento dell’IA come un qualcosa di semplice ed immediato che prescinde dalla quantità e qualità dei dati che vengono messi a disposizione del machine learning, presupposto essenziale per qualsiasi strumento di IA, generativa o meno. Immediatamente dopo è poi necessario vincere una “battaglia” già combattuta in tanti altri ambiti: far funzionare correttamente una tecnologia che nel concreto si dimostra spesso immatura o incompleta. La chiave del successo è ancora una volta organizzativa, predisponendo una “torre di controllo” delle iniziative in ambito IA che determini un piano di implementazione che assicuri la prioritizzazione, la qualità e la tempistica dello sfruttamento a vantaggio del business di tecnologie che sono sicuramente destinate a cambiare il nostro futuro.”
Debora Guma
Global CIO
De’ Longhi Group
“Il vero punto di svolta risiede nella capacità del CIO di sfruttare l’Intelligenza Artificiale Generativa come strumento per il miglioramento continuo, creando un ecosistema di relazioni aziendali in cui l’innovazione e la gestione equilibrata del rischio rappresentano le due facce di una stessa medaglia. Tale approccio richiede una mentalità poliedrica, un investimento in competenze trasversali e una cultura organizzativa che promuova sia la sperimentazione continua sia la protezione rigorosa dei dati. In definitiva, il ruolo del CIO si è ormai evoluto ben oltre quello di manager tecnologico, trasformandosi in un vero e proprio ‘regista dell’innovazione consapevole’, capace di armonizzare con competenza e creatività l’esplorazione digitale con la tutela dei dati e della proprietà intellettuale dell’impresa. Solo abbracciando questa duplice sfida, il CIO potrà navigare l’hype dell’Intelligenza Artificiale Generativa, trasformandola da minaccia potenziale a leva strategica per il futuro.“
Damiano Marabelli
CIO – Head of ICT, Digital-AI Roadmaps and Data Protection
Rodenstock Italia
“Credo che il CIO abbia sempre dovuto trovare un equilibrio tra nuove tecnologie e gestione del rischio connesso, quindi da questo punto di vista nulla di nuovo anche per la GenAI. Quale penso sia effettivamente la grande differenza con altre tecnologie? Il fatto che tale tecnologia sia presentata come facile, di immediata e semplice applicazione, risolutrice “magica” di annosi problemi che consente di fare fin da subito efficienza, liberare tempo e risorse. Purtroppo spesso i fornitori/consulenti, che si rivolgono in questa caso ancora di più direttamente al business, alimentano questo falso mito. Credo che il CIO, seppur con una visione d’insieme, debba continuare ad avere anche un punto di vista tecnologico critico, contribuendo a creare con tutte le altre aree aziendali un team centralizzato di identificazione dei reali possibili ambiti di applicazione, come mi pare proponga anche Debora, per far sì che gli investimenti e le necessarie sperimentazione consentano ad ogni azienda di creare la propria GenAI in una gestione olistica con gli impatti imprescindibili sulle attività di ciascun lavoratore. In questo credo che il coinvolgimento di HR sia necessario.“
Andrea Mirandola
Responsabile Sistemi Informativi
Etra
“Nel sistema fortemente interconnesso e complesso in cui siamo immersi, ogni innovazione deve garantire forte resilienza e un robusto piano di gestione del rischio strategico, se vuole essere domani una strategia solida e duratura. Sappiamo ormai che le strategie più efficaci sono quelle condivise, misurabili e verificabili, le cui componenti si possono smontare, sostituire, rafforzare ed estendere. L’equilibrio che ricerchiamo per la Gen AI sarà quindi realizzato instaurando una collaborazione trasversale dell’IT con il Business e gli stakeholder interni e la formula che non può fallire è la decisione compartecipata di perseguire una soluzione condivisa: l’approccio risulta vincente perché ogni cambiamento, financo il ripensamento delle decisioni assunte, è a sua volta una scelta comune.“
Stefano Garancini
IT Governance
Banca Popolare di Sondrio
“Mi sembra che siamo sulla soglia di un cambio di paradigma: l’intelligenza artificiale classica, o del tipo Machine Learning, richiedeva (richiede) ancora un approccio di sistema: architetturale, di processo, operation, devops etc. in cui centrale era il ruolo del CIO e del CDO come agenti del cambiamento. Con l’avvento GenAI, dei LLA e in generale dei modelli fondazionali la spinta centrifuga e vertiginosa. L’AI da sistema enterprise diventa strumento individuale,vero potenziamento cognitivo del singolo e, come effetto medio, differenziale produttivo/competitivo su scala aziendale. Il CIO si trova marginalizzato rispetto a questo processo e deve scegliere: assecondarlo (sì, con la data quality, data governance, e aprendo i documentali ai vari RAG), con il rischio dell’irrilevanza; o resistere, con il rischio di giocare un ruolo per lo meno passivo (sperando che la tempesta passi) se non di vincolo e di attrito.“
Fabio Perotti
Head of Group Enterprise Risk Management & Group Advanced Analytics
Autogrill
“… it’s clear to me that the future of the enterprise is private: Private cloud. Private AI. Fueled by your private data.”
Hock Tan, CEO Broadcom (VMware Explore 2024 Las Vegas Open Up Session)
“I dati del Gartner Data & Analytics Summit 2024, riportano un fatto particolarmente significativo: almeno il 30% dei progetti basati sull’intelligenza artificiale generativa potrebbero essere cessati immediatamente dopo la fase di proof of concept, entro la fine del 2025. Tra le ragioni citate dal celebre analista vi sarebbero una serie di concause, tra cui una scarsa data quality, costi in continua crescita, poca chiarezza nei vantaggi ottenuti e scarsa capacità di valutare e gestire i rischi. La generative AI si sta in buona parte scontrando con i problemi che tutte le tecnologie emergenti incontrano nella loro prima fase di implementazione.”
Gartner
Mentre il cloud ha vissuto un “hype” crescente per molti anni prima di avere dei “ripensamenti”, la Gen AI si sta già scontrando con una maggiore maturità di pensiero e di approccio ai progetti, con particolare attenzione ai rischi e alle normative emergenti.
I CIO e in generale gli executive riescono a meglio “pesare” e gestire questa fiume in piena dell’introduzione dell’AI in azienda.
Personalmente non la vedo necessariamente come una vera e assoluta controtendenza come riassume Gartner, ma una consapevolezza positiva che porterà ad avere, come citato anche per il cloud, un “private AI” costruito su necessità ben definite e su set di dati qualitativamente migliori.”
Mauro Toso
Chief Information Officer
Bianchi Bicycles