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Come si posiziona lo scenario dell’elettrico nel mercato italiano?

Ne abbiamo parlato con Stefano Bendandi, Fleet Manager di ABOCA

1. Come si posiziona lo scenario dell’elettrico nel mercato italiano?
 

In Italia le immatricolazioni di nuove auto aziendali elettrificate si attesteranno, entro il 2024, sotto il 20% contro un obiettivo del 50% di tutto il parco circolante francese.
Un dato significativo che indica quanto, nei settori dell’industria, delle costruzioni, del commercio e dei servizi che gestiscono oltre 120.000 autovetture, sia lunga strada verso una mobilità sostenibile.  

Oggi, infatti, solo il 3% è 100% full electric, con la stessa percentuale di ibride plug-in.
I fleet manager cercano di effettuare un cambio di rotta della loro car policy inserendo almeno un veicolo su due di nuova immatricolazione elettrificato; il panorama italiano vede di grand lunga una preferenza di veicoli diesel, oggi nel 69% dei casi e nel 21% di veicoli a benzina.

Le flotte che dispongono di auto elettriche passano dal 27,1% del 2019 al 38% del 2021.
L’esigenza di passare alla mobilità elettrica comincia ad essere avvertita anche nelle flotte aziendali, ma, salvo qualche caso virtuoso, l’impiego dei veicoli elettrici nei parchi auto è ancora nella fase sperimentale.

Una problematica di cultura di impresa non solo che di budget aziendali.

Il costo dei veicoli elettrici o ibridi è di gran misura sopra ai budget a disposizione delle aziende, soprattutto quando in car policy ci sono da acquistare una flotta composta da più di 50 veicoli.

Anche il posizionamento dei manager, che essi siano quadri o dirigenti, spinge le imprese a delle valutazioni diverse nell’assegnazione della car policy: più è alto l’inquadramento e più complessa è la negoziazione poiché lo status del veicolo richiesto spinge le imprese ad alzare budget qualora si voglia assegnare un veicolo elettrico.

È un tema complesso quindi che non pone solo le strategie aziendali al centro, ma soprattutto tutte le parti dell’ecosistema.

La sostenibilità ambientale diventa una necessità comune a tutte le imprese che vogliono porre attenzione al loro impatto ambientale misurando accuratamente le emissioni di CO2 emesse dalla propria flotta.

Per tale ragione noi fleet manager spingiamo per l’acquisizione di veicoli elettrici e ibridi plug-in anche per quanto riguarda i furgoni, anche a bio-Ngv, gettando le basi per una mobilità basata sull’idrogeno.

A causa degli impatti sulla mobilità causati dalle conseguenze della pandemia molte aziende come la nostra hanno preferito incrementare forme di mobilità alternativa, optando anche per soluzioni di carpooling, corporate car sharing e smartworking.
 

2.  Quale percentuale di autovetture e veicoli commerciali sarà 100% elettrica nella flotta delle aziende nei prossimi 5 anni?

Non è facile rispondere; le variabili per l’introduzione di tali veicoli sono ancora troppe.

L’intenzione c’è ma la fattibilità deve ancora scontrarsi con delle resistenze di carattere personale più che aziendale

Inoltre molto è derivante dalle infrastrutture e da un ecosistema che ancora non ha chiaro l’equilibrio fra produzione di veicoli, costi e emissioni inquinanti.

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