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Come la pandemia ha cambiato l’industria farmaceutica

Durante l’11 edizione di Clean Lab, l’evento che ha l’obiettivo di affrontare le ultime novità in ambito regolatorio, le best practices nazionali e internazionali e le soluzioni tecniche per la gestione degli ambienti a contaminazione controllata, abbiamo avuto il piacere di intervistare il Dott. Davide Marco Bravi, Senior Manager Global Engineering di Pfizer.

Come la pandemia ha cambiato il modo di lavorare nel suo contesto di lavoro?

Sono un professionista dell’industria farmaceutica e un ingegnere specializzato nella gestione della manutenzione industriale presso il MIP di Milano. Lavoro in Pfizer nella funzione di Global Engineering, e con il mio di team di lavoro promuoviamo lo sviluppo delle pratiche di Ingegneria di manutenzione e di Calibration Excellence nei numerosi stabilimenti dell’azienda. 

Lavoro nel settore da oltre dieci anni e ho potuto notare come la pandemia abbia scardinato il vincolo territoriale nello svolgimento delle analisi e ha dato una spinta verso una delocalizzazione delle competenze e una specializzazione verticale che esula dai confini geografici. Le uniche barriere nel nostro caso sono rappresentate dalle diverse “timezone” dei professionisti.

In questo momento contingente in cui è stato necessario lavorare da remoto, è risultato essenziale puntare sull’immediatezza della comunicazione e su uno scambio di informazioni più agile possibile. Lo strumento dell’Assessment digitale, che ho occasione di presentarvi, risponde a queste nuove esigenze.

Sviluppato come un tool digitale, si è presto evoluto in una vera e propria piattaforma integrata, che permette di gestire l’intero processo di audit in conformità con le norme di settore ISO 19011:2018 e ISO 17021-1:2015, pur non limitandosi al solo aspetto di compliance.

Quando parliamo di Inspection Management solitamente facciamo riferimento a una competenza aziendale delle funzioni di Qualità. La sua testimonianza/esperienza/professionalità di dice qualcosa di diverso. Cosa mette in relazione le ispezioni con la funzione di Global Engineering?

Come owner dei quality standard di gruppo, relativamente alla manutenzione e alla calibrazione della strumentazione, il team i cui lavoro forma e informa i manager di manutenzione e calibrazione degli stabilimenti affinchè conoscano i requisiti regolatori e siano in grado di incontrare tali requisiti nei loro programmi di gestione.

Nell’ambito dell’Inspection Management, come funzione corporate, ci occupiamo di offrire due servizi agli stabilimenti: Inspection Readiness e Assessment. Grazie a un percorso di coaching & mentoring, con il primo sviluppiamo le skills dei candidati che dovranno affrontare l’ispezione attraverso la preparazione di deck riassuntive olistiche sul loro programma e di dettaglio sugli hot topic, ovvero gli “argomenti caldi” specifici della storia dello stabilimento. L’Assessment di manutenzione e calibrazione permette invece di fare un “health-check” dello stato di maturità dei processi di gestione dello stabilimento relativamente alle best practices che negli anni abbiamo identificato e clusterizzato in un modello di maturità.

Che differenza c’e tra tra audit e assessment ?

Fare un audit significa limitarsi a controllare la compliance dei processi con i requisiti regolatori. In questo caso, il focus è il “COSA” cioè il deliverable del processo. Con l’Assessment si ha inoltre la possibilità di mappare l’intero processo, cioè valutare “COME” questo viene svolto e interpretato.

Se nell’audit, l’output è una lista di findings con gravità più o meno alta, con un assessment riusciamo a individuare lo stato di maturità del processo mappato. Immaginiamola come la fotografia dello stato di ciascun processo in un dato momento: seguendo una mappatura standard che segue il lifecycle dello strumento, nel caso della Calibration o dell‘ asset se parliamo di manutenzione, si può determinare l’evoluzione dello stabilimento. In questo contesto, il livello minimo di maturità sarà rappresentato dal raggiungimento del requisito regolatorio, a salire si guarderà l’efficacia ed efficienza del processo stesso.

L’Assessment si conclude con la creazione di un master plan che raccoglie una serie di raccomandazioni funzionali a raggiungere lo stato evolutivo successivo.

L’orizzonte temporale delle azioni dipende poi dalla criticità delle osservazioni e raccomandazioni, quindi se troviamo situazioni di non compliance facciamo un’escalation diretta senza aspettare il decorso completo dell’assessment, quando si individuano opportunità di business vanno invece confrontate con il costo-beneficio dell’implementazione.

A livello di network si cerca di coordinare inoltre un discorso che traguarda il singolo stabilimento e cerca di ottenere un’evoluzione di corporation che vuole progredire organicamente.

Ci spieghi meglio. Come funziona l’Assessment?

L’utente compila una survey on line, rispondendo a una serie di domande che ripercorrono il processo di gestione, il sistema aggrega le risposte, selezionate a partire da un elenco “chiuso” e standardizzato, e fornisce un output visuale che corrisponde al livello di maturità.

L’interfaccia “a semafori”, molto intuitiva e di immediata comprensione, consente di ottenere una rappresentazione grafica dello stato evolutivo dell’azienda nell’assolvere quell’attività all’interno dell’intero processo. L’oggettività dei parametri di valutazione permette di comparare lo stato di maturità di diversi stabilimenti.

Una dashboard riassuntiva, consultabile come un ipertesto, mostra in un’unica schermata i principali KPI’s del sistema e tutte le aree del processo con il relativo score semaforico assegnato. Ciò permette di approfondire il dettaglio dei tasks sulle singole attività che hanno generato il punteggio cosi da consentire agli executive di traguardare il report fermandosi al livello desiderato.

Quali sono i vantaggi di questo sistema?

La standardizzazione degli output e la costruzione delle baseline dei vari stabilimenti consentono alla corporate di individuare una strategia unica valida per tutte le realtà produttive dislocate nel mondo. Questo vuol dire anche poter ottimizzare le risorse, economiche e di know how, per un miglioramento organico e omogeneo dell’intera azienda. Un altro punto fondamentale riguarda la condivisione delle informazioni: ciascun sito può infatti consultare i risultati degli altri del network, in un’ottica di confronto per promuovere l’automiglioramento.

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