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ESG: dati, previsioni e sviluppi regolatori 2020- 2025

Intervista ad Andrea Giannini, Senior Expert – CONSOB *

Dott. Giannini, a suo avviso, quali sono gli attuali e i futuri  trend in ambito ESG?

Gli asset finanziari ESG hanno raggiunto alla fine del 2020 la cifra record di 37.8 trillioni di dollari, registrando un rilevante incremento rispetto al valore di circa 23 trillioni di dollari registrato nel 2016. Entro il 2025 si prevede di raggiungere un livello di ESG assets di circa 53 trillioni di dollari, rappresentativi di circa un terzo di tutta la massa gestita a livello globale di asset finanziari.

Inoltre, l’emissione globale di green bond ha raggiunto un record di 269.5 miliardi di dollari alla fine del 2020 e le attese per il 2021 sono di raggiungere un ammontare di circa 400-450 miliardi di dollari.

E’ importante sottolineare come nel primo trimestre del 2021, in Europa, l’afflusso di denaro verso ETF “sostenibili” ha addirittura superato per la prima volta il valore di tutti gli altri ETF.

Ripercorriamo insieme il percorso normativo ESG in Europa

Nell’Unione Europea si è vista una forte accelerazione della normativa sulla finanza sostenibile a partire dall’accordo di Parigi del 2015.

In parte già con la direttiva sulla non-financial information del 2014, i temi ESG sono entrati a pieno titolo nel mondo della Corporate Information. La direttiva, poi recepita in italia nel 2016 ed entrata in vigore dall’esercizio sociale nel 2017, ha disposto che le large corporation devono fornire al mercato le informazioni sulle politiche dei rischi collegati ai fattori ambientali, sociali e di governance nell’ambito di quella che oggi viene definita Dichiarazione Non Finanziaria (DNF).

C’e stato un rafforzamento significativo del quadro che ha appena illustrato?                                             

Sì! Questo piano è stato ulteriormente rafforzato con l’Action Plan sulla finanza sostenibile adottato dalla Commissione Europea nel Marzo 2018 e con la recente adozione di diversi e rilevanti atti normativi tra cui:

  • Il regolamento tassonomia che individua un sistema classificatorio a livello di singola attività economica o di singolo prodotto finanziario identificabile come sostenibile sul piano esclusivamente ambientale. Peraltro, questo regolamento di fatto ha una portata applicativa molto trasversale in quanto si applica sia agli operatori del mercato finanziario sia alle società che sono soggette alla DNF – in relazione ai prodotti finanziari e alle obbligazioni societarie definite come ecosostenibili;
  • Il regolamento disclosure, la cui applicazione è decorsa dal 10 Marzo 2021, è invece molto più focalizzato nell’ambito dell’intermediazione mobiliare. Gli intermediari finanziari che svolgono servizio di gestione di portafoglio e i soggetti che prestano consulenza finanziaria dovranno infatti fornire un’adeguata disclosure pubblica sulle mobilità con cui integrano i fattori ESG nelle proprie politiche di investimento. Al contempo dovranno fornire al cliente-risparmiatore anche in fase pre-contrattuale gli indicatori di sostenibilità (ivi compreso quelli sociali) a livello di singolo prodotto finanziario;
  • Il regolamento benchmark, investe molto più da vicino l’ambito dei mercati di scambio, introducendo un quadro normativo che stabilisce requisiti minimi per gli indici di riferimento UE di transizione climatica nonchè per gli indici di riferimento UE allineati con l’accordo di Parigi a livello dell’unione. Il focus in questo caso è sui soggetti che amministrano gli indici di riferimento per il mercato finanziario.

Oltre al regolamento disclosure appena mezionato, ad oggi, nel 2021, ci sono nuove proposte in campo ESG?

E’ doveroso menzionare la proposta di direttiva UE avanzata il 21 Aprile 2021 dalla Commissione Europea sul reporting di sostenibilità, proposta che modifica la direttiva sulla non-financial information del 2014.

Interessante anzitutto evidenziare come sul piano terminologico il termine “non-financial reporting” viene sostituito dall’espressione “sustainability reporting”, superando così le questioni dicotomiche tra informazioni finanziarie e non-finanziarie.         

La proposta vede anzitutto un allargamento del perimetro dei soggetti chiamati a redigere un report di sostenibilità, andando di fatto ad applicarsi a tutte le società quotate, le imprese assicurative e di credito.

L’obiettivo è doppio: da una parte incentivare un nuovo flusso informativo (e di dati) dalle società al mercato e dall’altra creare un sistema affidabile di disclosure sui temi legati alla sostenibilità all’interno del mercato finanziario.

Presto si dovrà accelerare per definire standard unici di rendicontazione e di audit.

Lato intermediazione finanziaria, sono inoltre da menzionare, all’interno della disciplina MIFID II, le due proposte normative delegate della Commissione Europea pubblicate sempre il 21 aprile 2021.

La proposta di direttiva delegata interviene sui processi di product governance del manufacturer e del distributor i quali saranno chiamati ad integrare gli obiettivi di sostenibilità nella definizione del target market (potenziale ed effettivo) e nella relativa messa a punto della strategia di distribuzione.

La proposta di regolamento delegato si inserisce invece nel processo di interazione intermediario-cliente obbligando lo stesso intermediario (che presta i servizi di consulenza e di gestione di portafoglio) a valutare le preferenze del cliente in materia di sostenibilità nel processo di selezione dello strumento finanziario raccomandato al cliente.

È un quadro insomma in continua evoluzione che non potrà trascurare neppure il settore dei rating di sostenibilità.

Dott. Giannini, si sente di dare un’opinione sul quadro normativo sulla finanza sostenibile?

In prospettiva il quadro normativo sulla finanza sostenibile richiede opportuni punti di attenzione.

Ambiti applicativi delle norme non sempre coincidenti possono rendere complesso il lavoro di armonizzazione generale del sistema così come possono creare difficoltà applicative per gli stessi operatori.

Sui temi ambientali, ma soprattutto climatici, si può notare una certa convergenza tra le esigenze indicate dai vari governi, le regole che si stanno mettendo a punto e la stessa operatività nei mercati finanziari.

E’ opportuno sottolineare che questo fenomeno non è al momento osservabile sui temi “Social”, anche per le difficoltà di costruire delle metriche di valutazione generalmente accettate.

In aggiunta è anche doveroso osservare come le sole norme non sono sufficienti ad assicurare una crescita sostenibile.

In un contesto in cui le risorse finanziarie tenderanno a essere sempre più canalizzate verso imprese che soddisfano requisiti Esg, deve crescere anche il livello di attenzione di regolatori e degli operatori di mercato verso i fenomeni di greenwashing per evitare fenomeni di selezione avversa e comportamenti di azzardo morale.

*Le opinioni espresse sono strettamente personali e non impegnano in alcun modo l’Istituzione di appartenenza.

Il tema del ESG è quest’anno al centro di Forum Banca 2021.

– Il 4 ottobre si confronteranno all’Executive Summit  su Corporate Responsibility come strumento di ri-posizionamento

– il 5 ottobre si confronteranno su L’impegno delle banche verso l’integrazione dei fattori ESG

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