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Scopriamo il progetto di Mirta raccontato dalla sua co-fondatrice Martina Capriotti

12000+ prodotti inviati in 35+ paesi, 2500+ prodotti su sito (+70% nel 2020), 150 artigiani (+30% nel 2020).

Mirta è la piattaforma di eCommerce che supporta gli artigiani italiani e ne promuove il lavoro, facendoli conoscere in maniera diretta ai clienti in tutto il mondo. Grazie al digitale, la piattaforma apre le porte delle botteghe artigiane italiane ai clienti di tutto il mondo, creando un collegamento diretto tra produttore e cliente finale, senza alcun intermediario, mettendo al centro le creazioni, il valore e la firma di ciascun artigiano. In questa intervista Martina Capriotti, co-fondatrice di Mirta, ci racconta genesi e futuro del gruppo

Cosa si è sbagliato nel processo di innovazione e quali sono le resistenze della struttura interna?
Mirta è nata come azienda tecnologica per portare innovazione in un mondo tradizionale come quello dell’artigianato. Nel nostro caso quindi, l’innovazione è rappresentata dall’utilizzo della tecnologia per raggiungere un’audience internazionale e portare la tradizione artigiana online. All’inizio della nostra avventura abbiamo visto un clash di culture tra il mondo digitale che stavamo creando e il mondo dell’artigianato, culturalmente e necessariamente più vicino al mondo fisico fino ad ora. Inoltre, agli inizi non avevamo ancora una piattaforma online da poter presentare agli artigiani per cui era difficile far percepire i nostri obiettivi senza avere esempi concreti di quello che stavamo elaborando. I primi artigiani (veri early adopters) che hanno accettato di entrare in Mirta hanno sicuramente contribuito ad attrarre ulteriori artigiani attraverso il passaparola. Non da meno la pandemia ha accelerato un interesse in crescita, quello nel digitale, che ha permesso a molti artigiani di continuare a lavorare grazie agli ordini che arrivavano da tutto il mondo. Nel caso di Mirta, non parliamo di resistenze interne al settore in cui operiamo ma più di un giustificato scetticismo iniziale dovuto al fatto che stavamo entrando in punta di piedi in un mondo ancora lontano dal digitale.

Quali risultati avete raggiunto nell’ultimo anno grazie alle implementazioni tecnologiche?
Dal lato comunicativo ed esperienziale, l’essere riusciti a ricreare online l’esperienza di entrare in una bottega artigiana è la prova di come la tecnologia possa aiutare ad avvicinare persone che vivono in diverse parti del mondo. Infatti, i tour virtuali all’interno della bottega offrono al cliente finale che vive all’estero la possibilità di toccare quasi con mano l’eccellenza Italiana. Questo tipo di esperienza è stata vissuta con entusiasmo dai nostri clienti soprattutto durante i vari lockdown, quando ci era permesso di muoverci di casa solo con la fantasia o appunto con la tecnologia. Altro filone interessante lato tecnologico è lo sviluppo di algoritmi di machine learning, che ci permettono di personalizzare l’esperienza dell’utente, migliorando le nostre comunicazioni ma anche la produzione dei prodotti da parte degli artigiani.

Quali sono secondo te 3 trend di crescita del tuo settore?
Mirta è nata in un momento storico in cui il consumatore finale sta prendendo coscienza dei pro e contro dell’industria della moda. Sicuramente questo sentimento crescente ha guidato un trend che speriamo non sia solo passeggero ma sia un vero e proprio cambio di vedute sul mondo del fashion: la ricerca di brand e aziende di nicchia e il supporto al piccolo e al locale, due valori che sono il cuore di Mirta. In parallelo a questo, ma anche come conseguenza di questa nuova coscienza collettiva, la volontà di acquistare prodotti customizzati e unici è cresciuta in modo evidente. La personalizzazione è quel valore aggiunto che rende il prodotto acquistato unico e creato necessariamente per il cliente finale. L’artigianato che noi promuoviamo è esattamente la traduzione di questa ricerca in termini concreti – il modello made to order permette di realizzare prodotti ad hoc per il cliente finale e quindi lascia spazio anche ad eventuali personalizzazioni richieste in fase di acquisto. Altra tematica fondamentale dei nostri giorni è quella relativa alla social responsibility, quindi la necessità di guidare un’azienda che sia il più possibile etica e trasparente. Tutto ciò è insito nel nostro modello di business (made to order, supporto all’artigianato e alle piccole botteghe, prezzi fair che proponiamo sul sito e molto altro) ma lavoriamo per migliorarci ogni giorno

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