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Come investire in AI senza sbagliare: i 3 criteri fondamentali secondo TheFork

Durante la seconda edizione di cAIo – il principale evento italiano dedicato alla governance e all’adozione strategica dell’intelligenza artificiale in azienda – abbiamo avuto il piacere di intervistare Francesco Lerro, Software Architect di TheFork. In questo confronto esclusivo, abbiamo esplorato i criteri chiave per investire in AI in modo efficace, evitando decisioni affrettate e massimizzando il ritorno sugli investimenti.

L’urgenza non giustifica scelte affrettate: partire dal problema di business

In un contesto in cui le pressioni del mercato spingono verso un’adozione sempre più rapida dell’intelligenza artificiale, Francesco Lerro – Software Architect presso TheFork – sottolinea l’importanza di agire con criterio. La chiave? Iniziare da un’esigenza concreta.
“Non bisogna adottare l’AI per moda o hype tecnologico,” spiega Lerro, “ma partire da un problema di business chiaro: un punto in cui l’intelligenza artificiale può semplificare un processo, migliorare un’interazione con l’utente o aggiungere valore reale all’applicazione.”

Monitorabilità e sostenibilità: l’adozione corretta vale più della velocità

Il secondo pilastro, secondo Lerro, è la capacità di sperimentare in modo consapevole. Nuove tecnologie e funzionalità vanno testate con limiti temporali chiari e KPI misurabili. Solo così si può decidere con obiettività se un’iniziativa debba continuare o essere fermata.
“Non bisogna temere il debito tecnico,” afferma, “ma va gestito in modo trasparente. L’importante è non rincorrere la velocità a tutti i costi, ma puntare sulla qualità dell’adozione.”

Governance dell’AI: evitare i rischi della Shadow AI

Infine, Lerro mette l’accento su un tema centrale: la governance.
“Una volta avviata l’iniziativa, serve monitorarla costantemente per evitare derive non controllate. L’AI, per sua natura, può generare comportamenti imprevisti: dobbiamo essere certi che il modello non causi danni all’esperienza utente o produca dati errati.”
Serve quindi una governance solida per impedire fenomeni di Shadow AI, ovvero l’uso non tracciato e non governato di soluzioni AI da parte dei team, al di fuori delle policy aziendali ufficiali.

Adottare l’AI con metodo è possibile (e necessario)

Investire nell’intelligenza artificiale è un’opportunità strategica, ma solo se guidata da un approccio rigoroso e strutturato. Come suggerisce Lerro, la scelta giusta nasce da una combinazione di business need, capacità di misurare l’efficacia e governance costante. Solo così l’AI può trasformarsi in un asset concreto e non in un rischio.

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