Lo abbiamo chiesto a Giacomo Corti – Sourcing Manager di International Paper EMEA
Con sede a Memphis, nel Tennessee (USA), International Paper ha circa 53.000 dipendenti in tutto il mondo è posizionata in più di 24 paesi per servire i clienti di tutto il globo.
International Paper EMEA, con sede regionale a Bruxelles (Belgio), ha un fatturato di più di 3 miliardi di dollari e stabilimenti produttivi in tutta la regione EMEA.
E’ leader riconosciuto nell’industria del packaging, produce e commercializza imballaggi in cartone ondulato e cellulosa per clienti dislocati in tutta Europa, nel Medio Oriente e in Africa.
Con la pandemia di Covid-19 l’industria della carta e del packaging ha avuto la piena consapevolezza di essere legata a dinamiche globali mosse da USA, Cina e Sud America.
Si sta vivendo dal 2019 un aumento di consumi di carta sia per la sostituzione della plastica monouso in ristoranti e nel retail sia per la diffusione dell’e-commerce che ha favorito l’uso del doppio imballaggio con una maggiore propagazione dell’effetto bullwhip lungo la catena di fornitura anche a causa degli aumenti dei costi energetici e di trasporto.
In che modo è cambiato il vostro asset produttivo nel post pandemia e con quali conseguenze?
Negli ultimi 18 mesi la domanda di scatole è schizzata alle stelle, nel area Procurement per soddisfare la domanda si è dovuto fare una dolorosa scelta di clienti da servire con impatti sulle relazioni commerciali, ma è evidente che non c’è sufficiente capacità produttiva per rispondere agli andamenti instabili del mercato. Il procurement deve essere più attivo e in grado di cambiare fornitore ogni qualvolta sorga l’esigenza contenere aumenti, ritardi o difficoltà di approvigionamento.
Il buyer deve fare sì che la fornitura di beni e servizi sia garantita, inferiore o al più pari al budget e allineata nella qualità alle nuove esigenze produttive coinvolgendo anche i fornitori in un più stretto rapporto di partnership.
Il fornitore deve essere messo nelle condizioni di partecipare attivamente al miglioramento continuo o alla progettazione/design del prodotto finito deve poter conoscere i processi interni per potersi riadattare e misurare con esigenze del proprio cliente
Sarà necessario sviluppare, per un corretto consolidamento delle relazione con i supplier, metodologie di comunicazione efficace da applicare in situazioni complesse con i fornitori dominanti, non facilmente sostituibili o in contesti culturalmente distanti dal mercato italiano e UE.
Rispetto al minimo del 2020 il prezzo del gas è oggi nove volte superiore. Per un settore “grande energivoro” come l’industria cartaria questo come impatta sui sistemi di produzione?
L’impatto dei costi energetici sulla produzione della carta sono stati devastanti, il gas è aumentato di 4-5 volte da gennaio a novembre 2021 incidendo considerevolmente i costi di produzione della carta + 35%.
In alcuni settori, come quello del tissue, le associazioni di categoria già da tempo stanno lanciando segnali di allarme, perché alcuni contratti quadro con la GDO di fatto limitano gli aumenti prezzo per i produttori e in un mercato di domanda crescente paradossalmente conviene non produrre.
Nel caso del cartone ondulato le cartiere sono generalmente in grado di ribaltare più o meno interamente i costi di produzione a valle della catena di fornitura.
L’aumento dei costi energetici speriamo sia un fattore temporaneo che rientrerà alla normalità con la fine dell’inverno. Dobbiamo sono restare a guardare le scelte politiche internazionali e il flusso della pandemia che nella sua incertezza continua a muovere l’ago della bilancia sugli andamenti di mercato.
Quali sono le soluzioni di sostenibilità messe in atto in ambito procurement per gestire la crisi con piani risolutivi nel 2022?
L’industria cartaria è pioniere e campione di economia circolare e sostenibilità, con un tasso di circolarità del 50,2%.
Limitare l’impatto sull’ambiente dell’industria cartaria, infatti, permette di intervenire su molti dei parametri strategici individuati dall’Agenda 2030: dalla tutela della salute dei consumatori e dei lavoratori, alla conservazione delle risorse idriche ed energetiche; dalla limitazione delle emissioni in atmosfera e, quindi, delle conseguenze sul clima, alla salvaguardia degli habitat grazie a prodotti eco-compatibili e che prevengonola produzione di rifiuti.
Occorre anche che il procurement sia attore principale di una campagna di mappatura dei rischi di fornitura per identificare i colli di bottiglia e/o le componenti critiche per le quali occorre anche mitigare il rischio.
Nel 2022 serve un’ulteriore evoluzione nel rapporto con i fornitori dove accanto ai tradizionali accordi commerciali si pongano anche service level agreement dove si stabiliscono le regole del gioco e le aspettative da ambo le parti verso i Goals 2030.